La nostra storia
La Gilda degli Insegnanti è la più grande Associazione professionale dei docenti italiani con fini anche sindacali.
Nasce come “Gilda dei Comitati di Base degli Insegnanti” durante il periodo di lotta contrattuale che porta, nel 1989, all’ultimo contratto positivo per la categoria dei docenti che prevede, tra l’altro, un incremento salariale del 42% nel corso di due anni. La fondazione della Gilda, il cui nome rinvia provocatoriamente alle medievali associazioni di categoria e delle professioni, scompagina le vecchie logiche sindacali che intendono la scuola come un servizio a genitori e alunni intesi come clienti/utenti riducendo i docenti a facilitatori culturali . La Gilda critica da sempre l’autonomia scolastica intesa come aziendalizzazione delle scuole guidate da un dirigente/manager. La scuola statale, secondo la nostra visione, è, e deve rimanere, un’ Istituzione della Repubblica indipendente dalle logiche di mercato. I docenti devono avere sempre riconosciute quelle garanzie di autonomia e libertà sancite dall’art. 33 della nostra Costituzione che, lungi dal farne degli impiegati-esecutori, ne riconoscono l’autorevolezza e la professionalità. In virtù della specificità della nostra professione, la Gilda rivendica da sempre una specifica area di contrattazione, separata da quella del personale ATA e dai Dirigenti. Nella Gilda, così come nella federazione UNAMS, non vengono ammessi i D.S. che purtroppo, a seguito dell’accentuazione del carattere aziendalistico delle istituzioni scolastiche, sono diventati sempre più frequentemente mera controparte dei docenti.
Come Associazione che si è fatta, anche, Sindacato, la Gilda fa proposte di politica scolastica, ma non si riconosce in alcun partito o movimento politico. In quanto svincolata dalle logiche di partito la Gilda si è opposta al “concorsone “ del ministro Berlinguer (caldeggiato dai sindacati tradizionali), alle riforme Moratti e Gelmini, alla renziana “Buona scuola”, alle scelte confuse ed inefficaci del ministro Azzolina, si batte contro certe linee di indirizzo del ministro Bianchi che ritiene avverse alla scuola della Repubblica e alla libertà dei docenti e si pone decisamente contro l’ “Autonomia differenziata”. La Gilda, mai aprioristicamente schierata pro o contra il governo, così come avviene per molti altri sindacati, porta sempre avanti l’interesse della Scuola Italiana e dei suoi Docenti e si impegna per:
- la creazione di un’area di contrattazione separata per i docenti, latori di problematiche specifiche, non assimilabili a quelle degli ATA;
- la libertà d’insegnamento contro le logiche impiegatizie e burocratiche e le scelte pedagogiche , didattiche, culturali imposte dall’alto;
- la valorizzazione sociale, professionale ed economica della professione docente di fronte all’aumento dei carichi di la voro e della complessità dei compiti che i diversi governi vorrebbero imporre: è inaccettabile continuare a percepire uno stipendio fra i più bassi in Europa e il più basso fra quelli dei dipendenti del comparto pubblico;
- la valorizzazione del lavoro in classe dei docenti, evitando anche che i pericolosi discorsi sul “merito” e il Fondo d’Istituto premino chi ha fatto altro dall’insegnamento e trasformino definitivamente le scuole in “progettifici”;
- la stabilizzazione in tempi brevi del precariato con l’avvio di modelli di formazione seri, trasparenti e pubblici che contribuiscano ad eliminare quelle logiche distorte che vedono nell’insegnamento solo un “posto di lavoro” , malpagato ma “sicuro”;
- il superamento della filosofia della Legge 107 (cancellazione del bonus per il merito in tutte le sue possibili forme e varianti)conl’utilizzo delle risorse per l’aumento degli stipendi dei docenti;
- revisione radicale della normativa dell’alternanza scuola-lavoro (PCTO) attualmente sorta di tirocinio non pagato a favore delle imprese;
- superamento delle RSU d’istituto in favore di contrattazioni decentrate provinciali dando uniformità alla contrattazione delle scuole del territorio
La decisione di iscriversi alla Gilda non rappresenta la mera adesione ad un sindacato e alla sua tradizionale assistenza, ma significa dare forza ad un’Associazione che si batte per la salvaguardia e la valorizzazione della professione docente